La nuova disciplina sull’antiriciclaggio – oggetto del tavolo tecnico che ha visto coinvolto il Ministero dell’Economia e i rappresentanti delle categorie professionali interessate – ha incassato il primo via libera: nella seduta del 23 febbraio 2017, il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura il decreto che riforma l’attuale sistema. Licenziato anche il decreto che revisiona la disciplina dei compro oro. I decreti – che introducono molte novità sugli adempimenti e sulle relative sanzioni – passano ora al Parlamento per i necessari pareri prima dell’approvazione definitiva.
Il presidente Giuseppe Aquilino ribadisce la posizione della categoria espressa nella comunicazione inoltrata lo scorso dicembre da Federpreziosi Confcommercio al Dipartimento del Tesoro nell’ambito della Consultazione Pubblica sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni specifiche per la regolamentazione dell’attività cd. di “compro oro”.
“Nel documento che abbiamo presentato” ricorda il direttore di Federpreziosi Confcommercio Steven Tranquilli “abbiamo sottolineato in maniera puntuale le incongruenze e le inesattezze sia formali che sostanziali e risulta difficilmente spiegabile il fatto che nessuno dei rappresentanti delle categorie orafe sia stato invitato al tavolo tecnico.”
“Secondo le norme previste dal legislatore” ricorda il presidente di Federpreziosi Confcommercio Giuseppe Aquilino “l’adozione di una disciplina organica di settore dovrebbe garantire di monitorare e contrastare attività criminali riconducibili all’attività di compravendita di oggetti in oro e di preziosi usati effettuata da operatori economici che non rientrino fra quelli disciplinati dalla legge n. 7 del 17 gennaio 2000. A partire dal 1° settembre 2017 dovrebbero adeguarsi a tale normativa anche coloro che svolgono come attività principale la vendita al dettaglio di preziosi e solo in maniera secondaria o occasionale quella relativa all’usato, che vengono di fatto paragonati ad operatori finanziari. I provvedimenti vanno a costituire duplicazioni ponendoci di fronte a ulteriori aggravi degli adempimenti: occorre coerenza con le effettive caratteristiche delle attività svolte dai vari soggetti, ferma restando in ogni caso la necessità di prevedere efficaci presidi antiriciclaggio oltreché per il contrasto di fenomeni criminosi, anche per consentire lo sviluppo di condizioni di legalità e di promozione di corrette dinamiche competitive tra le imprese all’interno dei diversi settori economici.”